Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Grecia-Lo-spiraglio-di-Tispras-Il-referendum-e-poi-accordo-tre-giorni-5-luglio-varoufakis-fmi-67a8cb7a-e3b1-461a-8df9-bc75062face7.html | rainews/live/ | true
ECONOMIA

Il premier greco: "Se vincerà il 'sì' rispetterò l'esito"

Grecia. Lo spiraglio di Tispras: "Il referendum e poi l'accordo"

Così il premier ellenico in un'intevista rilasciata alla tv greca Antena a 3 giorni dal referendum del 5 luglio sulle proposte dei creditori. Pubblicato il testo del quesito referendario. Poi su twitter Tsipras scrive: "Non mentiremo mai ai cittadini, faremo il possibile per risolvere la situazione". Varoufakis: "Se vince il 'sì' mi dimetto". Fmi: Atene troppo lenta nel varare riforme economiche

Condividi
Alexis Tsipras
Atene
Alexis Tsipras è "aperto" a fare "concessioni" per arrivare a un accordo con i creditori che includa la ristrutturazione del debito. Lo ha detto lui stesso in un'intervista rilasciata alla tv greca Antena. Poco prima il premier greco aveva affermato che in materia fiscale non ci sono grandi differenze fra le misure delle istituzioni e quelle del suo governo, e che accetterà solo un accordo che tratti la questione del debito. "Non bisogna trasmettere ai cittadini allarmismo - ha detto - perchè  "avremo un accordo 48 ore dopo il referendum". Poi ha fatto intravedere la possibilità di dimissioni in tal caso vincesse il 'sì' al referendum. "Se il risultato sara il 'sì' avremo un accordo non sostenibile. Rispetterò il risultato sia quel che sia e avvierà i procedimenti previsti dalla Costituzione". Tsipras ha aggiunto che non pone la sua "poltrona" davanti "agli interessi della nazione".

Tsipras ha parlato poi del problema del controllo dei capitali con la chiusura temporanea delle banche e il tetto di 60 euro fissato per i prelievi. Problemi sentiti e gravi per il popolo greco ma che - ha spiegato - "non dureranno a lungo". Le scene che si sono viste in questi giorni in Grecia, cioè code ai bancomat e folla di anziani in attesa per le pensioni, sono "imbarazzanti". La responsabilità - ha detto - è dei partner della zona euro che hanno costretto la Bce a congelare finanziamenti vitali alle banche. 

Tsipras affida poi a twitter le sue riflessioni. Dice che il suo governo non mentirà mai ai suoi cittadini, che farà il possibile per risolvere la situazione, e che sarà la gente greca che deciderà liberamente sulle proposte avanzate dai creditori internazionali. Il referendum - scrive ancora - dà ai greci la possibilità di interagire nel processo dei negoziati.




Il testo del quesito referendario
Il governo greco ha pubblicato il testo del referendum che sarà presentato ai cittadini il prossimo 5 luglio sulla proposta dei creditori internazionali per evitare il default e vedere avanzare il programma di aiuti. Il quesito e' uno solo: "Deve essere accettata la proposta sottoposta da Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale all'Eurogruppo del 25 giugno 2015, composta da due parti che insieme costituiscono la loro proposta complessiva?. Il primo documento e' intitolato 'Riforme per il completamento dell'attuale programma ed oltre' ed il secondo 'Analisi preliminare per la sostenibilita' del debito'". Sulla scheda prima compare il 'No', quindi il 'Si". Il Governo continua a sostenere il 'No', nonostante le pressioni dell'opposizione e delle associazioni imprenditoriali che temono che il voto provochi un'uscita della Grecia dall'euro.

Fmi: Atene troppo lenta nelle riforme economiche
Il Fmi, in un rapporto sulla sostenibilità del debito greco, è tornato a bacchettare Atene. Per l'istituto di Washington la Grecia è stata troppo lenta nel varare le riforme economiche necessarie. E questo ha comportato un ulteriore indebolimento delle sue finanze. Lo  scorso anno - scrivono i tecnici del Fondo monetario - si prevedeva un calo del debito al 128% del pil. Ma ora il debito è tornato a viaggiare verso il 150% entro il 2020. Il Fondo monetario, di cui Atene è debitrice, sostiene poi che le necessità di finanziamento complessive di Atene ammontano a 50 miliardi di euro fino al 2018, una cifra che di recente è aumentata a causa di "importanti mutamenti politici" ed è basata sulle previsioni di un Pil destinato a rimanere invariato nel 2015. Secondo il Fondo, quindi, la Ue dovrebbe fornire alla Grecia nuovi prestiti per 36 miliardi di euro nei prossimi tre anni se al referendum prevarranno i 'si' alle proposte dei creditori. Tali finanziamenti, avverte l'istituto, dovrebbero essere erogati con termini "molto accondiscendenti".  

Un'uscita della Grecia dall'Eurozona avrebbe delle ricadute forti per tutta l'area dell'euro, e per l'Italia potrebbe costare 11 miliardi di euro di maggiori oneri sul debito pubblico. Il nostro Paese, stima l'agenzia di rating Standard&Poor's, fronteggerebbe l'aumento "più grande in assoluto" all'interno dell'Eurozona, a cui l'addio di Atene potrebbe costare in tutto 30 miliardi nel periodo 2015-2016. Gli effetti sull'Eurozona Sempre secondo S&P,  "gli effetti sulle economie dell'Eurozona si faranno sentire principalmente attraverso rendimenti più alti" da pagare sui titoli di Stato. Infatti, essendo la Grecia "una economia piccola e tradizionalmente più chiusa" di altri Paesi dell'Eurozona, "gli effetti diretti sugli scambi commerciali" sarebbero "limitati". Intanto su twitter il premier greco Tsipras scrive che l'austerità non farà altro che peggiorare la crisi e che lavoratori e pensionati non possono più addossarsene il peso. 

Varoufakis: "Se vince il sì mi dimetto". Dijssembloem: "Se il risultato sarà no, difficile trovare un nuovo accordo"
Il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis lo ha detto chiaramente: "Se vince il sì, mi dimetto". E questo, mentre i  sondaggi attestano in leggero vantaggio i sì al piano di ristrutturazione proposto dalla ex Trojka. Secondo il ministro ellenico la vittoria del “no darebbe il là a un nuovo round di trattative che potrebbero portare a un accordo anche nel giro di un’ora”. "Necessariamente - ribadisce Varoufakis - l’eventuale nuova intesa dovrà includere la ristrutturazione del debito ellenico". Nonostante finora “la Grecia sia stata trattata come una colonia debitrice priva di diritti”, “vogliamo disperatamente restare nell’euro” chiosa Varoufakis. Il ministro ha poi precisato che le banche greche "apriranno regolarmente martedì" prossimo. Il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijssembloem però avverte: "Se vinceranno i no sarà incredibilmente difficile trovare un nuovo salvataggio".  Parlando al Parlamento olandese ha detto: "Se il risultato è 'no', come puoi accettare un programma?".  

Oggi il Consiglio di Stato si esprimerà sulla costituzionalità del referendum
Intanto, per  oggi è atteso il parere del Consiglio di stato greco che dovrà valutare la costituzionalità del referendum di domenica, in seguito al ricorso presentato da due cittadini greci. Nel ricorso si contesta la costituzionalità del referendum convocato da Tsipras sulle richieste dei creditori perché viola l'articolo 44 della Costituzione, che esclude referendum su questioni che investono "la situazione finanziaria dello stato" e si denuncia anche il linguaggio poco chiaro con cui è stato formulato il quesito (una legge del 2011 chiede esplicitamente una formulazione chiara dei quesiti referendari).

I sondaggi: leggero vantaggio per il sì
Secondo un nuovo studio della società Gpo il 47% degli intervistati è orientato a votare per l’accordo sulla base delle richieste dei creditori, mentre i favorevoli al no sono il 43%. Si tratta di un testa a testa, anche perché le interviste di mercoledì attestavano  il sì al 37% e il no al 46%, con un’ampia fetta di indecisi (17%).  

Carne e medicine scarseggiano
Carne e medicine cominciano a scarseggiare nelle isole greche perche' i locali non hanno più soldi per pagare i fornitori stranieri; e dunque cominciano i primi problemi per i turisti che, sfidando il rischio default, hanno deciso di avventurarsi comunque nei mari ellenici.