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ECONOMIA

La risposta "a chi sostiene che ci inventiamo le ragioni per farlo"

Camusso (Cgil): "Lo sciopero non è un gioco, ci infastidisce il disprezzo"

Il segretario generale della Cgil da Brescia parla dello sciopero generale indetto con Uil per il 12 dicembre e sulla prescrizione del processo Eternit dice: "La promessa del presidente del Consiglio non rimanga tale, ma si trasformi in decreto"

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Susanna Camusso
Brescia
Lo sciopero generale "non è un gioco", ma "uno straordinario sacrificio che diventa ancora più pesante dopo questi anni di crisi". Lo scandisce dal palco di un'assemblea a Brescia la leader della Cgil, Susanna Camusso, in risposta a chi "sostiene che ci inventiamo le ragioni per farlo". Un'affermazione che "ci infastidisce perché c'è un disprezzo verso i lavoratori. È legittimo non condividere le nostre ragioni, non è legittimo disprezzarle".

"Il 12 dicembre, con lo sciopero" - annuncia Camusso - "ricorderemo nelle piazze italiane quello che avvenne in piazza Fontana 45 anni fa".
A quarant'anni dalla strage di piazza della Loggia, ricordata in assemblea, Camusso ha definito "uno dei vulnus che ci sono in questo paese" il fatto che "ancora non sappiamo le verità sulle stragi di Stato". "Nel passato - aggiunge - c'è stata una risposta positiva alla nostra campagna di verità, ma quando poi si sono aperti gli armadi non c'era niente". "Collegare i temi del lavoro con la ricerca della verità sulle stragi - conclude - è la dimostrazione di come il sindacato sia sempre stato un baluardo di democrazia e libertà nei luoghi di lavoro e non solo".